Dolci delizie dell’Isola d’Elba
Oltre alle splendide viste panoramiche, alle giornate trascorse al mare e alle avventure nella natura, le vacanze sull’Isola d’Elba offrono anche l’opportunità di portare a casa “dolci ricordi”.
Parliamo dei dolci tradizionali elbani: numerosi e tutti deliziosi, da assaporare nel luogo di produzione ma anche da portare con sé come graditi souvenir per familiari e amici. Assaggiarli significa immergersi in antichi profumi, gusti e sapori che riportano alla mente ricordi del passato.
Un tempo riservati alle occasioni festive e alle celebrazioni religiose, oggi questi dolci vengono prodotti durante tutto l’anno nei laboratori artigianali delle pasticcerie e dei panifici, seguendo fedelmente le ricette tramandate di generazione in generazione e mantenendo intatta l’autenticità e la semplicità degli ingredienti.
Nelle sagre stagionali organizzate sull’isola, queste prelibatezze svolgono un ruolo centrale, accanto ad altri prodotti tipici locali, offrendo un’esperienza culinaria genuina e appagante.
La Schiaccia Briaca rappresenta senza dubbio il dolce più celebre e amato dell’Isola d’Elba, ma la sua storia affonda le radici in tempi antichi. La ricetta originale sembra derivare da un dolce consumato dai pirati che, provenendo dalle coste mediorientali tra il XIII e il XVI secolo, saccheggiavano l’Isola d’Elba e altre città lungo le coste italiane. Questo dolce, poco lievitato e privo di uova, presentava un impasto particolarmente secco, il che lo rendeva facilmente conservabile per lunghi periodi. All’interno si trovavano ingredienti tipici del Medio Oriente come uvetta, pinoli, mandorle, noci e miele. Grazie alla sua ricchezza nutritiva e alla sua lunga conservazione, divenne presto uno dei cibi preferiti anche dai marinai elbani, che ne facevano scorta a bordo delle loro navi durante i lunghi viaggi in mare.
Nell’Ottocento, la Schiaccia diventò “Briaca”, ossia “ubriaca”, grazie all’aggiunta di uno dei vini più rinomati dell’Isola d’Elba, l’Aleatico. Questo vino rosso passito, dal sapore dolce e intenso, probabilmente importato sull’isola dai Greci, conquistò persino Napoleone e oggi vanta l’etichettatura di vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG). In alcune località dell’isola, alla Schiaccia Briaca vengono aggiunti anche alcuni bicchierini di Alchermes, un liquore dal caratteristico colore rosso intenso. Nel corso del tempo, la ricetta originale subì altre modifiche, come la sostituzione del miele con lo zucchero.
Ricetta della Schiaccia Briaca:
Non esiste una ricetta standard per questo dolce, poiché varia a seconda delle tradizioni locali o familiari, tuttavia, la ricetta più comune prevede i seguenti ingredienti:
• 1 kg di farina
• 400 g di zucchero di canna
• 300 g di noci e mandorle tritate
• 200 g di uvetta
• 2 bicchieri di olio extravergine d’oliva
• 1 bustina di lievito in polvere per dolci
• 3 bicchierini di Alchermes
• 1 bicchiere di Aleatico dell’Elba
Procedimento
Disporre la farina su una spianatoia e aggiungere il lievito, l’uvetta precedentemente ammollata, lo zucchero di canna (tranne un cucchiaio), la frutta secca tritata, l’olio extravergine d’oliva, l’Aleatico e metà dose di Alchermes.
Impastare fino ad ottenere un composto omogeneo.
Stendere l’impasto su una teglia rotonda precedentemente imburrata e infarinata.
Cuocere in forno a 180°C per circa 40 minuti.
A metà cottura, cospargere la Schiaccia Briaca con il cucchiaio di zucchero di canna rimasto e l’altra metà di Alchermes.
Una volta raffreddato, servire accompagnato da un bicchiere di Aleatico o Moscato dell’Isola d’Elba.
La Schiaccia Briaca è facilmente reperibile presso pasticcerie, panifici, negozi di prodotti tipici e durante le manifestazioni locali dell’Isola d’Elba. Un dolce ricordo da portare a casa dopo una piacevole vacanza tra amici o in famiglia sull’isola.
Come accennato si possono trovare più versioni di questo dolce ma le più famose sono due, rivali per l’autenticità della ricetta ma entrambe deliziose: quella di Rio, preparata con Aleatico e Alchermes, e quella di Capoliveri, che utilizza il Moscato.
Proseguiamo questo viaggio tra i dolci elbani addentrandoci nelle zone collinari dell’Elba ai piedi del Monte Capanne come Poggio e Marciana, dove viene cucinata la Schiacciunta, un dolce ricco e fragrante, preparato tradizionalmente con lo strutto.
Un simbolo di tradizione e semplicità, rappresenta uno dei più pregiati tesori culinari dell’Isola d’Elba. Originaria del pittoresco paesino del Poggio, questa delizia croccante e friabile, sottile e zuccherosa, è un vero fiore all’occhiello della nostra piccola isola.
Sebbene sia tradizione preparare la Schiacciunta nei mesi più freddi, quando si sposa magnificamente con il Moscato, essa si adatta perfettamente anche all’estate. Immaginate di sbriciolarla sopra un gelato aromatizzato con un vino dolce liquoroso: il risultato è un dessert fresco e croccante che soddisfa ogni palato.
Quando la Schiacciunta viene portata in tavola, è usanza posizionarla al centro e dare il via a una sfida tra i commensali. Niente coltelli per tagliarla: si va giù con un pugno deciso, rompendola in tanti pezzi. Da quel momento, la competizione è aperta, con ognuno che cerca di assicurarsi il pezzo più grande. Non c’è Schiacciunta senza averla prima “schiacciata” con il pugno!
Le donne anziane del paese ancora oggi praticano piccole bucature sull’impasto con quattro dita, come un gesto d’arte per tirarlo su dalla teglia. Nel corso del tempo, la ricetta originale si è arricchita con varianti che includono mandorle pelate e tostate, aggiungendo una maggiore croccantezza e un gusto più ricco. Tuttavia, oggi vi presentiamo la versione più autentica e povera, fedele alla tradizione che ha resistito alle prove del tempo.
Con pochi ingredienti e una procedura elementare, la Schiacciunta incarna l’anima dell’Isola d’Elba, regalando un’esperienza gustativa unica che celebra le radici e la semplicità della nostra cultura culinaria.
La Schiacciunta è una ricetta dalla difficoltà facile, dal costo contenuto e dalle dosi indicate per 6 persone.
Il tempo di preparazione è di circa 20 minuti, mentre la cottura richiede circa 40 minuti.
Per quanto riguarda l’abbinamento con i vini elbani, si consiglia l’Elba Moscato Passito D.O.C.
Gli ingredienti necessari sono:
• 3 uova,
• 300 g di farina,
• 300 g di zucchero,
• 100 g di strutto,
• una presa di lievito o un cucchiaino di bicarbonato,
• la scorza grattugiata di un limone.
Per la preparazione, si inizia sbattendo in una zuppiera le uova insieme allo zucchero, allo strutto, al lievito e alla scorza di limone. È consigliabile utilizzare le mani anziché una frusta, in modo da far sciogliere meglio lo strutto e incorporare gradualmente la farina fino a ottenere un impasto liscio ed omogeneo.
Successivamente, si unge e si infarina una teglia rettangolare, nella quale si versa l’impasto. In passato, era consuetudine decorare la superficie della Schiacciunta con dei cerchietti realizzati con un ditale o con la fede del matrimonio.
Infine, si inforna a 180°C per circa 45 minuti, fino a quando risulta ben dorata sulla superficie. Prima di servire, si spolvera di zucchero semolato.
Tra le prelibatezze che adornano le vetrine dei negozi dell’Isola d’Elba, spicca inoltre il soffice ciambellone al profumo di anice, noto come Corollo, prodotto artigianalmente.
Legato alla tradizione pasquale, è un’autentica delizia che richiama i sapori e i profumi dell’isola, un classico dolce ideale per la colazione che ha un aroma delizioso grazie all’aggiunta di un bicchierino di liquore all’anice nell’impasto.
Questa specialità tradizionale veniva e viene preparata per celebrare eventi speciali ed è legata a una romantica storia del paese di San Piero. Era consuetudine qui preparare il Corollo la prima domenica di maggio da parte di tutte le giovani ragazze a cui i “maggiolanti” avevano dedicato serenate o il Canto di Maggio.
Dopo aver cantato per tutte le ragazze amate, i maggiolanti ritornavano indietro lungo il percorso per raccogliere tutti i Corollo dedicati loro.
Noi di Elba Holiday Houses adoriamo questo dolce soffice, leggero e profumato e siamo certi che conquisterà anche voi!
Altri due dolci tradizionali dell’Isola d’Elba sono il Ceremito e la Sportella, i quali hanno origini antiche risalenti a una pratica secolare del paese di Rio. Secondo la leggenda, durante la domenica delle Palme, i giovani di Rio corteggiavano le loro amate con un gesto romantico: offrendo un cesto di fiori accompagnato dal Ceremito, un dolce pasquale che simboleggiava la virilità e l’affetto. Se la ragazza accettava questo dono, significava accettare anche la proposta d’amore. In cambio, a Pasqua, ella ricambiava regalando al giovane una Sportella, dolce decorato e benedetto. Il giorno successivo, durante la tradizionale escursione all’Eremo di Santa Caterina, i due innamorati si incontravano per gustare insieme il loro impegno amoroso.
Ricetta della Sportella:
Ingredienti per sei Sportelle:
• 1 kg di farina
• 500 g di zucchero 100 g di burro
• 6 uova
• 2 bustine di lievito
• Mezzo bicchiere di latte
• Scorza grattugiata di un limone
• Una manciata di semi di anice
• Granella di zucchero colorata q.b.
Preparazione:
Mescolare con una frusta le uova con lo zucchero e la scorza grattugiata di limone. Aggiungere la farina gradualmente e il burro fuso, unendo anche il lievito. Formare una palla con l’impasto e farla riposare per un’ora. Dividere in sei parti uguali e formare dei cilindri allungati, dando loro la forma di un ferro di cavallo. Spennellare con uovo sbattuto e acqua, cospargere con granella colorata e cuocere a 180°C.
Ricetta del Ceremito (o Cerimito):
Ingredienti per sei Ceremiti: 1 kg di farina 200 g di noci 5 cucchiai di olio d’oliva 4 cucchiai di zucchero o miele 2 cucchiai di semi di anice Buccia grattugiata di due aranci 3 uova 25 g di lievito di birra sciolto nell’acqua tiepida Pizzico di pepe Sale
Preparazione:
Disporre la farina a fontana e aggiungere gradualmente tutti gli ingredienti, impastare come per il pane. Lasciar lievitare per circa due ore, quindi formare dei cilindri lunghi 40 cm con un diametro di 2,5 cm. Avvolgere le estremità dei cilindri su sé stesse e lasciare un occhiello sulla cima. Cuocere a 180°C.
A Pasqua, suscita grande interesse anche il pane con gli uccelli, noto anche come Pane Ferettato, una specialità rara prodotta solo in un piccolo forno a San Piero.
Questa prelibatezza, come detto tipica della stagione pasquale, è un pane azzimo arricchito con anice, dal gusto unico e dalla consistenza dura che ne permette una lunga conservazione una volta cotto.
La sua preparazione risale probabilmente a influenze arabe e ha mantenuto nel tempo la sua unicità e peculiarità. Ciò che rende questo pane davvero speciale è la sua decorazione artistica, che rappresenta nidi e uccellini, simboli dell’inizio della stagione della fertilità e della rinascita della natura.
La preparazione di questo pane è un vero e proprio rituale tramandato di generazione in generazione. Le decorazioni, eseguite a mano con cura e precisione, sono parte integrante della tradizione, con le massaie che un tempo lo preparavano nelle loro case. Tuttavia, oggi questa antica arte è custodita da poche signore del luogo e la produzione avviene esclusivamente presso il panificio di San Piero.
Una volta preparato l’impasto con farina, acqua, sale, lievito di birra e anice, si procede con la creazione della base del pane, formando un disco su cui verranno disposte le decorazioni. Gli uccellini, realizzati a mano con cura e abilità, vengono posizionati centralmente sul disco e fissati con degli stecchini. Il pane viene quindi cotto in forno a 220°C per circa un’ora.
Questo pane, oltre a essere una delizia per il palato, rappresenta anche un simbolo importante durante la celebrazione della Santa messa Pasquale, quando viene benedetto insieme alla comunità. Grazie alla sua storia ricca e alla sua unicità, il Pane Ferettato di San Piero è una vera eccellenza gastronomica da preservare e valorizzare.
Proseguiamo ora esplorando il Castagnaccio, autentico tesoro della gastronomia elbana, la cui tradizione affonda le radici nell’antica cucina dell’Isola d’Elba. Questo squisito dolce era preparato principalmente durante l’autunno, sul versante occidentale dell’isola, nell’incantevole comune di Marciana, noto per i suoi rigogliosi castagneti.
Inizialmente ideato come una modesta delizia contadina, il Castagnaccio ha subito nel corso dei secoli un’evoluzione culinaria sorprendente, trasformandosi da semplice piatto di necessità a prelibatezza degna dei palati più raffinati.
Durante i mesi estivi, la raccolta e la lavorazione dei pinoli rappresentavano un rituale consolidato, mentre a settembre si celebrava la raccolta dell’uva, destinata a essere fatta appassire e utilizzata come ingrediente prezioso. Non da meno, la produzione di un olio extravergine di oliva di eccellente qualità costituiva un altro elemento fondamentale per la realizzazione di questo dolce straordinario.
Questa pratica di utilizzare ingredienti locali e stagionali rifletteva non solo la saggezza culinaria delle generazioni passate, ma anche un rispetto profondo per la terra e le sue risorse.
L’evoluzione del castagnaccio da semplice piatto contadino a delizia gastronomica testimonia la capacità umana di trasformare l’ordinario in straordinario, di trasformare la necessità in arte culinaria.
Con questa introduzione che cattura l’essenza storica e culinaria del castagnaccio elbano, possiamo ora esplorare una deliziosa variante di questa ricetta tradizionale, arricchita da una combinazione di ingredienti freschi e sapientemente selezionati.
Ricetta del Castagnaccio:
Ingredienti per 6 porzioni:
• 500 gr di Farina di Castagne di alta qualità
• 700 ml di acqua tiepida
• 100 gr di Pinoli italiani
• 100 gr di Uvetta biologica
• 100 gr di Noci biologiche
• 2 cucchiai di Olio Extravergine di Oliva
• 4 cucchiai di zucchero (opzionale)
• La scorza grattugiata di un’Arancia
• Un pizzico di sale
Preparazione, cottura e conservazione:
Ammollare l’uvetta in acqua per 15 minuti per reidratarla.
Setacciare la farina di castagne in una ciotola e aggiungere l’acqua tiepida gradualmente, mescolando fino a ottenere un composto liscio e omogeneo.
Tritare grossolanamente le noci e aggiungerle alla miscela insieme ai pinoli e all’uvetta scolata. Conservarne una piccola parte per la decorazione.
Se desiderato, aggiungere lo zucchero al composto. La farina di castagne è naturalmente dolce, quindi la quantità di zucchero può variare a seconda dei gusti.
Incorporare l’olio extravergine di oliva e la scorza grattugiata di arancia al composto, quindi aggiungere un pizzico di sale.
Ungere una teglia da forno con olio extravergine di oliva e versarvi il composto, livellandolo con una spatola. Distribuire la frutta secca rimanente sulla superficie.
Cuocere in forno ventilato a 180°C per circa 25 minuti. Il castagnaccio è pronto quando la superficie presenta delle crepe e la frutta secca risulta dorata.
Il Castagnaccio può essere conservato coperto con un canovaccio fuori dal frigorifero per un massimo di 5 giorni.
Noi di Elba Holiday Houses ti consigliamo di accompagnare il Castagnaccio con un bicchiere di Aleatico!
Abbiamo già avuto modo di illustrare l’importanza dei rigogliosi castagneti che costellano l’incantevole paesaggio dell’Isola d’Elba, un vero e proprio tesoro naturale che riveste un ruolo centrale nelle tradizioni culinarie delle comunità locali, soprattutto di Marciana e Poggio.
Per secoli, le castagne hanno rappresentato un elemento fondamentale nella gastronomia elbana, dando vita a una vasta gamma di prelibatezze profumate arricchite dai caratteristici semi di finocchio selvatico. Questo ingrediente non solo conferisce un sapore unico alle castagne lesse, ma ne esalta la genuinità, contribuendo così a creare autentiche delizie per il palato.
Tra le ricette più apprezzate spicca il Budino di Castagne, un piatto squisito che incarna appieno il gusto e la tradizione dell’Isola d’Elba. Siamo entusiasti di condividere con voi i segreti di questa delizia culinaria, pronta a conquistare i vostri sensi con il suo aroma avvolgente e il suo sapore irresistibile.
Ingredienti:
• 800 g di castagne
• 150 g di zucchero
• 4 uova
• ½ litro di latte
• 1 bustina di vaniglia
• 2 bicchieri di alchermes
• 1 bicchiere di rhum
Preparazione:
Preriscaldare il forno e abbrustolire le castagne. Una volta tostate, sbucciarle e metterle a bollire nel latte insieme alla vaniglia.
Quando le castagne iniziano a sfaldarsi, passarle nel passatutto per ottenere una purea.
In una zuppiera, sbattere le uova e aggiungere lo zucchero, i bicchieri di alchermes e il rhum. Mescolare bene il tutto fino a ottenere una consistenza densa, eventualmente aggiungendo un po’ di latte se necessario.
Versare il composto ottenuto in vaschette da forno e cuocere in forno preriscaldato a 180°C per circa 30 minuti.
Una volta cotti, lasciare raffreddare i budinii per alcune ore prima di servirli, in modo che si consolidino i sapori.
Servire e gustare questi dolci arricchiti dal sapore autentico delle castagne e dai profumi dell’alchermes e del rhum.
Tra le prelibatezze gastronomiche dell’Isola d’Elba, emergono in modo particolare due autentiche eccellenze: l’Imbollita di fichi e il Panficato, due dolci che affondano le loro radici in antiche tradizioni, offrendo un’esperienza culinaria senza tempo.
Il Panficato, inizialmente parte integrante della dieta quotidiana, ha vissuto una metamorfosi culinaria durante il periodo della liberazione, quando l’introduzione del cioccolato fondente da parte degli americani ha dato luogo a una rielaborazione della ricetta, trasformandolo così in un dolce tipicamente natalizio.
L’Imbollita di fichi, invece, rappresenta un’altra delizia culinaria caratteristica dell’Isola d’Elba, realizzata con ingredienti semplici ma ricchi di energia: fichi, semi di finocchio e miele. Questa dolcezza, intrisa di storia e autenticità, incarna appieno il gusto e il patrimonio gastronomico dell’isola, offrendo un’esperienza gustativa unica e indimenticabile.
Ecco la ricetta per preparare l’Imbollita di fichi:
Ingredienti:
• 500 gr di fichi
• acqua
• vino liquoroso
• miele
• mezza bustina di lievito
• 800 gr di farina bianca
• semi di anice
• scorza d’arancia
Preparazione:
In una pentola, far bollire i fichi tagliati a pezzetti in poca acqua fino a quando sono morbidi. Assicurarsi che l’acqua appena copra i fichi.
Su una spianatoia, mescolare 500 g di farina con i fichi ancora caldi, il lievito, il miele, una manciata di semi di anice, un goccio di liquore, la scorza d’arancia a pezzettini e un pizzico di sale.
Impregnare l’impasto con l’acqua calda dei fichi e aggiungere la farina necessaria per ottenere una consistenza morbida ma coerente.
Lavorare bene l’impasto e formare delle micchette allungate.
Cuocere nel forno preriscaldato a 180°C per 45-50 minuti, finché le imbollite saranno dorate e fragranti e pronte per essere gustate!
In conclusione, l’esplorazione della ricca e variegata tradizione culinaria dell’Isola d’Elba non solo appaga il gusto con una vasta gamma di prelibatezze tramandate di generazione in generazione, ma offre anche un affascinante viaggio nel tempo attraverso ricette antiche e storie gastronomiche che raccontano il passato dell’isola.
Dopo aver deliziato il palato con le dolci e gustose specialità del territorio, non c’è nulla di più appagante e rigenerante di ritirarsi in uno degli accoglienti appartamenti offerti da Elba Holiday Houses. Qui, immersi in un’atmosfera di comfort e relax, si completa perfettamente una giornata ricca di avventure e scoperte culinarie.
Per un’esperienza autentica e indimenticabile sull’Isola d’Elba, non esitare a prenotare ora il tuo soggiorno presso Elba Holiday Houses e lasciati avvolgere dall’atmosfera unica e dall’ospitalità genuina che solo questo incantevole angolo di paradiso può offrire.