Napoleone all’Elba: un capitolo affascinante nella storia dell’isola

Immersa tra le onde del Mar Tirreno, l’Isola d’Elba si distingue per la sua bellezza senza tempo, che si riflette nelle acque cristalline che lambiscono le sue coste e negli scenari mozzafiato che catturano l’attenzione dei visitatori. Tuttavia, l’isola offre molto più di uno spettacolo naturale. Essa custodisce un legame profondo e indelebile con il grande imperatore e condottiero Napoleone Bonaparte, la cui presenza ha plasmato la sua storia in modi inimmaginabili. Attraverso i secoli, l’influenza di questo straordinario personaggio ha permeato ogni aspetto dell’isola, trasformandola in un luogo carico di fascino e mistero. Questo legame storico rende l’Isola d’Elba una meta irresistibile per coloro che desiderano immergersi nella storia e nella bellezza senza tempo di questo straordinario e unico angolo di paradiso.

La storia millenaria dell’Isola d’Elba è impreziosita da leggende e simboli che evocano epoche passate e figure leggendarie. Tra questi simboli spicca la maestosa bandiera napoleonica, un vessillo bianco attraversato da una striscia rossa e decorato con tre magnifiche api d’oro. Questo emblema è una testimonianza tangibile del passato glorioso dell’isola e dell’impronta indelebile lasciata dall’illustre Imperatore durante il suo esilio in questi luoghi.

La leggenda di questa bandiera inizia con il suo concepimento, ancor prima che Napoleone posasse piede sull’Elba. A bordo della fregata inglese Undaunted, l’Imperatore ordina la preparazione di questo vessillo, destinato a sventolare sui bastioni del Forte Stella a Portoferraio. Il 4 maggio 1814, giorno del suo sbarco sull’isola, la bandiera fu solennemente issata, dando inizio a una nuova era nella storia dell’Elba.

Le tre api d’oro che adornano la bandiera, inizialmente un enigma per molti, rivelarono gradualmente il loro significato simbolico. Questi nobili insetti, portatori di laboriosità e nobiltà, furono attribuiti da Napoleone alle città più fedeli a lui, le cosiddette Bonnes Villes. L’Elba, benché numericamente inferiore in popolazione rispetto ad alcune di queste città, fu ugualmente onorata con le tre api d’oro, simbolo di unità e devozione sotto il regno di Napoleone.

Il significato di queste api, tuttavia, va oltre il mero simbolismo regale. La scelta di Napoleone di adottare questo emblema potrebbe risalire ai tempi dei Merovingi, antica dinastia francese, o forse alla millenaria simbologia egizia, dove le api erano venerate per il loro potere evocativo di obbedienza e fedeltà.

La bandiera napoleonica dell’Elba, oltre a incutere rispetto e ammirazione tra i cittadini, guadagnò persino l’omaggio dei pirati barbareschi che solcavano le acque del Mar Tirreno. Vedendo quel vessillo sventolare, i pirati riconoscevano il segno del loro eroe guerriero, Napoleone in persona, rendendo omaggio a un’icona che incarnava la grandezza e la potenza di un’epoca gloriosa.

Dopo la travagliata battaglia di Lipsia e la sua abdicazione forzata dal trono di Francia nel 1814, il celebre condottiero francese si trovò ad affrontare un destino inaspettato: l’esilio sull’Isola d’Elba. Contrariamente alla credenza comune, qui non fu imprigionato; piuttosto, scelse questa terra come suo regno personale, portando innovazioni e cambiamenti che avrebbero plasmato la storia dell’isola per sempre.

Per dieci mesi, dal maggio 1814 al febbraio 1815, Napoleone governò l’Elba, un periodo breve ma intenso nella sua vita. Qui, per la prima volta dopo anni di guerra e conquiste, dovette fermarsi e amministrare un territorio che divenne parte integrante del suo leggendario percorso.

Attraverso luoghi simbolo del suo esilio, come le residenze di Villa dei Mulini e Villa San Martino, possiamo rivivere quei mesi cruciali. Questi edifici non sono solo luoghi storici, ma portano con sé l’eco delle decisioni e delle riflessioni di un uomo che ha segnato l’Europa con la sua ambizione e il suo genio.

Nel 2014, l’Isola d’Elba ha festeggiato il Bicentenario dell’esilio di Napoleone con una serie di eventi e rievocazioni, che hanno evidenziato il suo impatto duraturo sulla storia dell’isola. Tale celebrazione è stata seguita, nel 2021, dal Bicentenario della sua morte, aprendo così un nuovo capitolo di riflessione e omaggio. Durante entrambi gli anniversari, attraverso una varietà di iniziative e celebrazioni, l’Elba ha continuato a onorare la memoria di Napoleone, riconoscendo l’importanza della sua presenza anche al di là dei confini della sua terra natale.

Pertanto, mentre ammiriamo le meraviglie naturali dell’Elba, non possiamo che rimanere incantati dalla ricca storia e dal leggendario passato che permea le sue coste e le sue colline. Questo connubio unisce la bellezza della natura alla grandezza di un uomo che ha lasciato un’impronta indelebile sul corso della storia.

Il breve periodo di governo di Napoleone sull’Elba giunse alla fine con la sua fuga durante un sontuoso ballo di carnevale mascherato, avvenuto nel febbraio del 1815. Tale evento segnò l’inizio dei cosiddetti “Cento Giorni”, durante i quali Napoleone tentò di riconquistare il trono di Francia. Tuttavia, la sua sconfitta nella storica battaglia di Waterloo pose definitivamente fine ai suoi ambiziosi progetti e lo condannò al suo esilio finale sull’isola remota di Sant’Elena, situata nell’Oceano Atlantico.

Nonostante il breve periodo in cui esercitò il suo dominio sull’Elba, l’influenza di Napoleone è rimasta impressa profondamente nell’isola, tramandata attraverso i secoli. I musei, le dimore storiche e le testimonianze presenti sull’isola fungono da vividi ricordi del suo regno e del suo rilevante contributo alla vita e alla cultura locale durante quel periodo di trasformazione storica.Inizio modulo

Nel periodo tumultuoso del 1814, Napoleone Bonaparte, dopo essere stato costretto a sottoscrivere l’atto di abdicazione, si trovò di fronte a una scelta ristretta per il suo esilio: l’Elba o Corfù. Decise per l’Isola d’Elba, motivato dalla dolcezza dei costumi degli abitanti e dalla bontà del clima. Questa decisione scatenò un vero e proprio subbuglio tra gli abitanti di Portoferraio all’annuncio dell’imminente arrivo dell’Imperatore.

Come abbiamo già detto, Napoleone giunse nella rada di Portoferraio il 3 maggio 1814 sulla fregata Undaunted ma, incerto sull’accoglienza che avrebbe ricevuto, preferì sbarcare solo il giorno successivo, inizialmente in modo discreto nella località Magazzini, per poi ufficialmente sbarcare al Molo Elba alle 15:30 del 4 maggio.

Accolto con entusiasmo dalla folla, gli fu consegnata simbolicamente la chiave della città dal sindaco Traditi. Seguì un corteo solenne attraverso le vie di Portoferraio, fino alla chiesa parrocchiale dove fu celebrato il Te Deum. Successivamente, Napoleone si stabilì al Palazzo Municipale, che era stato preparato per ospitarlo durante il suo soggiorno.

Questo arrivo segnò l’inizio di un nuovo capitolo per l’Isola d’Elba, con Napoleone che, nonostante le incertezze e le ostilità, cercò di lasciare il suo segno attraverso varie iniziative e celebrazioni, come la ristrutturazione di edifici amministrativi e l’organizzazione di feste pubbliche.

Durante il suo esilio all’Isola d’Elba, Napoleone Bonaparte mantenne uno stile di vita abbastanza regolare. La sua giornata iniziava con un risveglio mattutino molto presto, seguito da una colazione leggera a letto. Successivamente, si alzava per lavarsi e vestirsi, preparandosi per una consueta passeggiata a cavallo sull’isola. Al suo ritorno, dava udienza ai visitatori, selezionati da una lista predisposta dal Generale Drouot o dal Gran Maresciallo Bertrand.

Il pranzo, consumato a mezzogiorno, era solitamente composto da piatti semplici, spesso a base di verdure. Nel pomeriggio, Napoleone si ritirava nella sua biblioteca per leggere, dedicando particolare attenzione ai trattati sull’agricoltura e sullo sfruttamento delle risorse naturali dell’Elba, come le vigne e le miniere. Egli trascorreva inoltre del tempo nella vasca da bagno, immerso in acqua calda, prima di iniziare il suo giro di visite e ispezioni sull’isola. La cena, prevista per le 18:00, avveniva in compagnia di Maria Letizia, Madame Mère, come all’epoca veniva chiamata la signora madre dell’imperatore e della sorella Paolina, con cui spesso condivideva la serata giocando a carte.

Durante il suo soggiorno sull’isola, Napoleone si occupava attivamente di diverse questioni, dalle infrastrutture alla gestione delle risorse naturali. Supervisionava la costruzione di nuove strade, si interessava dell’igiene pubblica e si occupava del benessere degli abitanti e degli animali dell’isola.

Nonostante le sue responsabilità, Napoleone faceva fronte alle sue precarie condizioni di salute e continuava a gestire le sue attività quotidiane con determinazione.

La residenza estiva, Villa San Martino, nella vallata di San Martino vicino a Portoferraio, forniva un rifugio più fresco nei periodi più caldi dell’anno. Situata in una cornice di tranquillità e bellezza, rappresentava un luogo ideale per rigenerarsi e godere della natura circostante.

Nonostante i suoi sforzi, Napoleone si trovava ad affrontare difficoltà finanziarie, dovute principalmente al ritardo nel pagamento delle imposte e delle paghe dei soldati. La sua speranza di ricevere una pensione non si avverò mai, e le sue risorse personali si ridussero notevolmente nel corso del suo esilio.

Nonostante le sfide, Napoleone mantenne il suo ruolo di leader, prendendo decisioni importanti per il governo e l’amministrazione dell’isola. La sua presenza sull’Isola d’Elba attirò l’attenzione di molti visitatori e contribuì alla prosperità economica di Portoferraio.

Dopo duecento anni, nel 2014, la Casetta Drout, residenza dove Napoleone soggiornò in diverse occasioni durante il suo esilio, ha svelato i suoi segreti al pubblico. Questo edificio storico, collocato nel pittoresco paese di Poggio, nelle vicinanze del residence Elba Holiday Houses, accoglie con i suoi eleganti decori settecenteschi coloro che desiderano avventurarsi nell’affascinante storia di Napoleone e dell’Isola d’Elba.

Quando il sindaco di Portoferraio Traditi si trovò di fronte alla necessità di preparare la dimora imperiale, la situazione divenne estremamente critica. Era evidente che c’era un gran problema: dove collocare Napoleone e il suo seguito? Traditi, agitato e disperato, ripeteva incessantemente la stessa domanda, quasi come un ritornello.

Le difficoltà erano molteplici e i progetti che venivano elaborati sembravano infrangersi contro un muro. Alla fine, si giunse alla decisione di sistemare l’Imperatore e la sua corte nella modesta casa municipale. Un passaggio drammatico, poiché il divario tra la lussuosa vita parigina, rappresentata dalla sontuosa dimora delle Tuileries, e la modesta realtà dell’Isola d’Elba, era imponente e palpabile. Questo sconvolse Napoleone, che non riuscì a nascondere la sua delusione, provocando così la disapprovazione delle autorità locali, convinte di aver svolto il loro compito nel migliore dei modi.

In una lettera diretta alla moglie Maria Luisa d’Austria, datata 4 maggio 1814, Napoleone espresse il suo giudizio sugli alloggi preparati per lui. Descrisse il suo arrivo all’Isola d’Elba dopo quattro giorni in mare con tempo calmo, notando che, sebbene l’isola fosse incantevole, gli alloggi erano solo mediocri. Assicurò a Maria Luisa di stare bene e promosse l’intenzione di migliorare la situazione preparando alloggi più adeguati nelle settimane a venire. La lettera rivelava anche il suo dolore nel non ricevere notizie da lei, evidenziando la sua costante preoccupazione e l’affetto per la sua famiglia.

La prima notte di Napoleone sull’Isola d’Elba non rispecchiò affatto il fasto imperiale che avrebbe potuto aspettarsi. La modesta dimora che gli fu assegnata e il fracasso delle festività cittadine lo spinsero a cercare, al primo chiarore del mattino, una residenza più tranquilla e dignitosa.

Dopo una notte tumultuosa e poco riposante, l’Imperatore decise di cercare una dimora più consona alla sua posizione. Fu così che, esplorando le vie di Cosmopoli (come Portoferraio era chiamata in quei tempi), Napoleone si imbatté nella perfetta residenza: la Palazzina dei Mulini. Situata fra il Forte Falcone e il Forte della Stella, in posizione panoramica sulla scogliera che si affacciava sul mare, la Palazzina trae il suo nome dai quattro mulini a vento che un tempo la circondavano.

Secondo quanto raccontato da Sandro Foresi, la Palazzina dei Mulini ebbe origine nel 1724 su volere del Gran Duca Gian Gastone de’ Medici, che la destinò inizialmente a residenza del giardiniere del Governatore. Nel corso degli anni, venne ampliata e adattata per ospitare ufficiali di guarnigione e altre figure militari.

Quando Napoleone arrivò, la modesta struttura dei Mulini rappresentava forse il miglior edificio della città. Tuttavia, l’Imperatore decise di apportare numerosi miglioramenti: fece erigere un ampio salone per i ricevimenti, trasformò il granaio in un teatro e ristrutturò le scuderie e gli alloggi circostanti.

Nonostante il duro lavoro e le limitate risorse finanziarie, Napoleone trasformò la Palazzina dei Mulini in una residenza degna di un imperatore. Situata in uno dei luoghi più suggestivi di Portoferraio, con una terrazza che offriva una vista panoramica sul mare, la Palazzina diventò il rifugio preferito di Napoleone, dove passava ore a pianificare il suo futuro e a scrutare l’orizzonte in cerca di speranza e opportunità.

La permanenza di Napoleone sull’Isola d’Elba ha segnato un momento cruciale nella storia dell’isola. Sin dai primi giorni del suo arrivo, l’Imperatore iniziò ad occuparsi attivamente del governo e dell’amministrazione dell’isola, sconvolgendo la tranquillità degli elbani e dando avvio a una serie di cambiamenti significativi.

Già durante il viaggio verso l’Elba, Napoleone dimostrò il suo interesse per l’isola scrivendo al Generale Conte Dalesme, annunciando la sua scelta dell’Elba come luogo di esilio e governatorato. Una volta giunto, cominciò subito a dispensare fondi per gli indigenti e a dare disposizioni per migliorare le infrastrutture dell’isola, come la costruzione di strade e la sistemazione dei muri per far passare la carrozza imperiale.

Napoleone si occupò anche dell’organizzazione militare e marittima, convocando diverse autorità locali per informarsi sullo stato dell’amministrazione del paese. Durante il suo breve soggiorno, l’Isola d’Elba vide un’intensa attività di Bonaparte volta al miglioramento dell’economia, dell’igiene pubblica e delle infrastrutture viarie.

Particolare attenzione fu dedicata al restauro delle sue residenze ufficiali, la Palazzina dei Mulini e la casa di campagna di San Martino, e all’organizzazione del suo sparuto esercito e della marina.

Già il 7 maggio, Napoleone iniziò a pianificare l’organizzazione della marina e convocò una serie di autorità locali per valutare lo stato dell’amministrazione dell’isola. Da quel momento in poi, il governatore Drouot fu sommerso dalle disposizioni imperiali, mentre Portoferraio si trasformava in un cantiere vivente.

Mentre si occupava dei lavori pubblici, Napoleone non trascurava l’organizzazione del suo esercito e della sua flotta, né l’amministrazione finanziaria. La sua attenzione si estendeva anche allo sfruttamento delle risorse minerarie dell’isola.

Durante i nove mesi del suo esilio, l’Elba si adattò alla presenza di Napoleone, permettendo al suo sovrano di implementare una serie di riforme che trasformarono radicalmente la vita sull’isola. Napoleone, d’altra parte, si adattò al ruolo di sovrano di un piccolo territorio, dedicandosi con passione al suo miglioramento sociale, economico e organizzativo, fino al momento favorevole per il suo ritorno in Francia.

Durante una delle sue passeggiate quotidiane, Napoleone si imbatté nella pittoresca vallata di San Martino, dove la bellezza dei boschi, dei vigneti e di una modesta casetta affacciata sul golfo di Portoferraio lo conquistò all’istante. Decise che questo luogo sarebbe stato la sua residenza estiva e il suo rifugio amoroso, e per realizzare questo sogno chiese un prestito a sua sorella Paolina, che vendette alcuni dei suoi gioielli per soddisfare il desiderio del fratello.

Le trattative per l’acquisto della Villa di San Martino furono condotte da Vincenzo Foresi, un uomo d’affari astuto. Dopo intense negoziazioni, il prezzo della proprietà fu fissato a 41.539 franchi, una somma considerevole per l’epoca. Il proprietario della casa, noto come il Manganaro, mantenne alte le sue richieste sapendo che Napoleone, innamorato del luogo, avrebbe comprato la villa a qualunque costo.

San Martino doveva essere non solo una dimora estiva per Napoleone, ma anche un luogo di amore e romanticismo con la sua amata Maria Luisa, la cui visita era attesa con impazienza. Tuttavia la moglie Maria Luisa non arrivò mai all’Elba per incontrare l’Imperatore. Nonostante ciò, si dice che l’atmosfera romantica di San Martino abbia portato gioia e conforto al cuore di Napoleone.

Il 26 febbraio 1815 segna il giorno della partenza di Napoleone dall’Elba, ma la sua decisione di lasciare l’isola non fu un fuggire di nascosto come si potrebbe pensare. Già da giorni si stavano organizzando i preparativi per la sua partenza: il brigantino Inconstant era stato risistemato, riarmato e rifornito di viveri, pronto ad affrontare il mare.

Nonostante i tentativi di mantenere il segreto, la partenza di Napoleone era ormai nota. Il Commissario inglese Sir Neil Campbell era partito per Firenze, lasciando un vuoto che Napoleone avrebbe potuto sfruttare per la sua partenza. Il 26 febbraio tutto era pronto: Napoleone, commosso, salutò sua madre Letizia e sua sorella Paolina, affidando loro le sue parole di addio.

L’Imperatore, accompagnato dal suo seguito, si diresse verso l’imbarcadero, dove una folla lo attendeva, ansiosa di salutarlo. Non fu facile aprire un varco tra la folla che desiderava toccarlo, accarezzarlo, baciargli le mani. Con la promessa di tornare, Napoleone salì sul canotto che lo portò all’Inconstant.

Da lì, il brigantino prese il largo, seguito dalla sua flotta, diretto verso una destinazione inizialmente segreta. La partenza di Napoleone dall’Elba segnò l’inizio di nuove vicissitudini per l’Imperatore, dalla battaglia di Waterloo all’esilio a Sant’Elena, dove morì il 5 maggio 1821.

Ogni anno, in questa data speciale, la Chiesa della Reverenda Misericordia di Portoferraio celebra una messa in suffragio di Napoleone, ricordando il suo passaggio sull’isola d’Elba. Durante il mese di maggio, l’isola si anima di eventi e rievocazioni storiche che commemorano la sovranità di Napoleone in quei tempi passati.

Oggi, l’isola d’Elba continua a custodire gelosamente la memoria di quel periodo cruciale della sua storia attraverso varie celebrazioni e monumenti che ne testimoniano l’importanza. Questi eventi e le opere commemorative ci permettono di rivivere quelle epiche vicende, immergendoci nell’atmosfera di un’epoca segnata da passioni, intrighi politici e destini incrociati.

Per un’esperienza autentica e indimenticabile sull’incantevole Isola d’Elba, non c’è posto migliore di Elba Holiday Houses. Questo residence, immerso in un’atmosfera accogliente e familiare, offre agli ospiti la possibilità di esplorare non solo le bellezze naturali dell’isola, ma anche la sua ricca storia legata alla presenza di Napoleone Bonaparte.

Situato in una posizione privilegiata, Elba Holiday Houses consente ai visitatori di alternare momenti di cultura e storia con piacevoli momenti di relax sulle spiagge baciate dalle acque cristalline tanto amate da Napoleone e dalla sua corte durante il loro esilio. Attraverso visite ai musei e alle residenze storiche legate al periodo napoleonico, come la Casetta Drout, gli ospiti possono immergersi completamente nell’affascinante passato dell’isola.

Dopo una giornata di scoperte e avventure, Elba Holiday Houses offre ai turisti un rifugio confortevole e rilassante, dove possono riposare e riflettere sulle meraviglie storiche e naturali appena scoperte. Con la sua atmosfera accogliente e la sua posizione ideale, questo residence rappresenta la scelta perfetta per coloro che desiderano vivere un’esperienza unica e autentica sull’Isola d’Elba, dove la storia si mescola armoniosamente con la bellezza naturale.

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